Un itinerario lungo un miglio, alla scoperta dei tesori del Rione Sanità.
Percorrere il Miglio Sacro significa attraversare il Rione Sanità, dove hanno abitato i popoli a sud e ad est di Napoli, dagli africani ai cinesi, e dove un tempo passavano in carrozza papi, re e cardinali. Un luogo dove oggi le chiese non sono soltanto gallerie d’arte, ma case di accoglienza, di pace e di progettazione.
Ogni sabato, domenica e festivi, con partenza alle 9:00 dall’ingresso delle Catacombe di Napoli, in Via Capodimonte 13 (ingresso adiacente alla Basilica del Buon Consiglio).
Acquista i biglietti onlineUn viaggio sotterraneo nella storia della cristianità napoletana.
Dopo qualche metro e qualche scalino più in basso, raggiungiamo le Catacombe di San Gennaro, dove si trovava la tomba del santo patrono.
Le catacombe di San Gennaro nacquero dall’ampliamento di una cappella gentilizia a partire dal II secolo d.C., dopo la deposizione di Sant’Agrippino, primo patrono di Napoli, e poi con l’arrivo di San Gennaro.
Sono composte da due livelli non sovrapposti, e caratterizzate da spazi ampi, scavati in orizzontale.
Nelle Catacombe potrai scoprire i preziosi mosaici posti sulle tombe dei primi vescovi di Napoli, affreschi di antiche famiglie napoletane recuperati dalla rovina e particolari strutture ricavate nel tufo.
Guarda su mappaUno dei luoghi di culto dimenticati, restituito di recente alla città.
Appena fuori l’uscita delle Catacombe, che in origine ne era l’accesso, troviamo la basilica paleocristiana costruita nel V secolo d.C.
Come le Catacombe, fu abbandonata dopo il furto delle spoglie di San Gennaro nel V secolo. Nel XV secolo fu ristrutturata e adeguata al gusto barocco. Al posto del vicino monastero fu costruito un ospedale per appestati (San Gennaro dei Poveri), poi ospizio per i poveri. Nonostante un nuovo restauro nei primi del Novecento che la riportò alle forme originarie, la Basilica diventò un deposito del vicino ospedale.
Dal 2008 è tornata ad essere parte della vita del quartiere.
Guarda su mappaNel Rione Sanità, la basilica è conosciuta come la chiesa di San Vincenzo ‘o Munacone.
Torniamo nel cuore del Rione, verso La Basilica di Santa Maria della Sanità, punto di riferimento del quartiere. È conosciuta come Chiesa del Monacone perché custodisce la statua di San Vincenzo Ferreri, frate domenicano e patrono della Sanità.
La basilica è un autentico museo della pittura napoletana del XVII secolo, con preziosi quadri, tra gli altri, di Luca Giordano e Andrea Vaccaro, e la prima rappresentazione napoletana della Madonna con Bambino, salvata dalle Lave dei Vergini nel V-VI secolo d.C.
Guarda su mappaVisita alla Basilica e alla Cappella dei Bianchi, in cui è custodita la scultura di Jago.
La Basilica di San Severo è stata recentemente restaurata, mentre la piazzetta antistante è stata riqualificata con nuovi arredi urbani, per restituirla alla comunità.
La Cappella dei Bianchi è un tesoro nascosto, in cui sono conservati dipinti di Andrea Vaccaro, Luca Giordano e Francesco Fracanzano. Dal 2019 è la casa della scultura dello street artist Jago, Figlio Velato. L’opera si ispira al Cristo Velato di Giuseppe Sammartino ed è scolpita in un unico blocco di marmo. Raffigura un bimbo coperto da un velo, a simboleggiare la morte di tutti gli innocenti del nostro tempo.
Guarda su mappaUno dei capolavori del barocco napoletano, progettato da Ferdinando Sanfelice.
Scendiamo di nuovo verso il cuore del Rione per incontrare il palazzo progettato a inizio Settecento dall’architetto napoletano come sua residenza privata. È composto da due corpi unificati dalla facciata, ma la sua particolarità è la scalinata interna ad ali di falco, dal grande effetto scenografico.
Forse proprio per questo il cortile ha fatto da sfondo al film Questi Fantasmi!, tratto dalla commedia di Eduardo De Filippo.
Guarda su mappaL’originalità barocca della visionaria scalinata interna.
A pochissimi passi, un altro dei palazzi più famosi di Napoli. Fu commissionato a Ferdinando Sanfelice dal marchese di Poppano, che unificò due edifici ricevuti in dote.
Il suo punto di forza è la grande scalinata ad ali di falco, ornata con decorazioni a stucchi. È conosciuto come Palazzo dello Spagnolo perché nel XIX secolo fu acquistato dallo spagnolo Tommaso Atienza.
Guarda su mappaLa porta più antica di Napoli, da cui passavano i blocchi di tufo provenienti dalle cave.
Il nostro percorso termina a ridosso di via Foria, alla Porta San Gennaro. La porta viene menzionata per la prima volta nel 928, ed era l’accesso alla città per chi proveniva da nord e passaggio obbligato per andare alle Catacombe di San Gennaro.
Dopo la peste del 1656 fu aggiunta un’edicola affrescata come ex-voto, che raffigura San Gennaro, Santa Rosalia e San Francesco Saverio che pregano per la fine dell’epidemia.
Guarda su mappaIl Miglio Sacro, tour guidato al Rione Sanità