di Walter Medolla – Corriere del Mezzogiorno
Fonte: Corriere.it
I dieci anni delle Catacombe di Napoli: un modello per il Sud
Nel 2009 il sito di San Gennaro fu affidato in gestione alla cooperativa la Paranza. Il risultato? Oltre 130mila presenze annue, posti di lavoro e indotto turistico.
Quanti beni del patrimonio architettonico e culturale nel meridione sono inutilizzati e rischiano il degrado? Eppure, recuperarli potrebbe essere anche un’occasione di inclusione sociale e di prospettiva lavorativa, come ha dimostrato il caso delle catacombe di San Gennaro a Napoli. Dieci anni fa, il sito venne affidato in gestione alla cooperativa la Paranza, una onlus composta da giovani provenienti dal rione Sanità di Napoli, quartiere notoriamente difficile con un alto tasso di criminalità diffusa. Proprio qui questo gruppo di giovani nel 2009 ha iniziato, grazie a un bando di Fondazione con il Sud, la propria attività, che in un decennio ha portato risultati straordinari.
Un sito che nel 2009 era chiuso e sconosciuto, oggi registra 130mila presenze annue.
All’inizio a lavorarci erano 5 volontari, oggi sono diventati 35 lavoratori dipendenti, tutti con regolare contratto di lavoro. Nel rione sono arrivati i turisti, sono arrivati gli stessi napoletani che avevano tenuto a distanza la zona, per molti anni considerata malfamata. «Senza i ragazzi della cooperativa – ha sottolineato Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione con il Sud – questa esperienza non avrebbe avuto possibilità di sviluppo». Di questo modello si è parlato durante il convegno «Cultura e Sociale muovono il Sud». L’incontro, organizzato dalla Fondazione di comunità San Gennaro onlus, insieme alla Fondazione con il Sud, è stata l’occasione per raccontarsi e far emergere i progetti che nel meridione d’Italia si sono distinti per capacità di sviluppo e sostenibilità, tanto da affermare la volontà di dare vita a una rete del Sud Italia per dare continuità all’idea che cultura e sociale possano essere un fattore di traino per il riscatto dei territori.
Da Napoli a Palermo si ragionerà sull’economia di comunità che ha portato grandi cambiamenti in diverse zone del Mezzogiorno, partendo proprio da quelle realtà del non profit che sono diventate buone pratiche da replicare e da cui trarre spunto. Nella tre giorni di attività, a cui hanno partecipato rappresentanti del mondo della cultura e dell’economia, è stato analizzato anche l’impatto economico e sociale che la rinascita delle Catacombe napoletane ha avuto sul tessuto del rione Sanità. Grazie al lavoro condotto dal Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Federico II di Napoli, con il Dipartimento di Economia dell’Università Vanvitelli, è stato evidenziato che sotto il profilo dell’occupazione, in dieci anni, solo la cooperativa, senza considerare il cosiddetto «indotto», ha dato lavoro a 35 persone, con un trend in crescita, coinvolgendo per lo più gli abitanti del quartiere. L’impatto economico che ne è derivato non è da sottovalutare.
«Solo nel 2018 – ha spiegato il direttore del Dipartimento di Scienze sociali Stefano Consiglio- si è assistito alla creazione di ulteriori posti di lavoro, a Napoli sono stati più di 250, di cui il 30% grazie all’indotto della cooperativa la Paranza e ai 130mila visitatori delle Catacombe». Quello che emerge «in maniera incontrovertibile – secondo quanto spiegato da Consiglio – è la percezione del miglioramento della qualità della vita nel quartiere». Effetti positivi che fanno il paio con la rinascita dell’intera città a cui i giovani della cooperativa hanno dato il loro contributo.