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Il festival dell’Economia di Trento a Napoli

Maggio 28, 2011

Storie di emancipazione e di riscatto, perche’ il sommerso non e’ solo negativo.

E’ iniziata stamattina a Napoli nelle suggestive Catacombe di San Gennaro, nella Basilica paleocristiana dedicata al Santo, la seconda anteprima del Festival. Dietro i concetti di economia sommersa e informale non ci sono soltanto fenomeni di illegalità e di ingiustizia. “Il mondo delle regole sociali – ha detto presentando la giornata Luca De Biase, presidente della Fondazione Ahref che ha curato la giornata partenopea in collaborazione con la Fondazione per il Sud – può essere una soluzione più ricca e più forte dell’economia formale”. Questo primo incontro introduttivo ha sottolineato l’importanza straordinaria delle forme di dono delle persone quando fanno emergere delle risorse. Gli interventi che si sono succeduti hanno presentato ambiti e punti di vista diversi che hanno arricchito il ragionamento. Ciò che è emerso con forza è che il sommerso non è solo sinonimo di un brutto mondo.


Il primo ad intervenire è stato don Antonio Loffredo parroco del Rione Sanità e direttore delle Catacombe che ha illustrato ai presenti la realtà del quartiere: “la Sanità sta in una valle, ai margini di una città con alle spalle un monte dal quale si estrae il tufo. Il quartiere è rimasto chiuso per più di due secoli”. Quando don Antonio è arrivato qui, 12 anni fa, la prima percezione che ha avuto è stata la chiusura ma, allo stesso tempo si è reso conto del potenziale, enorme, insito nel patrimonio storico artistico e ha cominciato a lavorare con il Capitale Umano. “Con i ragazzi – ha detto – si è puntato innanzitutto sul viaggio come elemento di conoscenza. Viaggi nelle capitali europee dei beni storico artistici perchè questi beni aiutano una persona a guardare e a vedere. E i ragazzi del Rione Sanità – sottolinea don Loffredo – hanno vissuto fra questi libri di storia dell’arte aperti (le Catacombe, la Basilica, le chiese antiche, i vicoli). Portarli a viaggiare era importantissimo per portarli ad amare sempre di più il loro quartiere e le loro risorse in modo che potessero lavorare qui”. E così i ragazzi hanno cominciato a fare teatro (anche nelle chiese), musica sinfonica, (nei vicoli si vedono girare bambini con i violini in mano) perché, secondo don Loffredo, “arte, bellezza cultura sono le parole chiave per uscire dal disagio. Per fare qualcosa per la città, con Ettore Albanese della Fondazione “Altra Napoli”, sono nate alcune imprese e, in questo modo, si è investito molto sull’autonomia dei ragazzi. Un’altra cooperativa gestisce i siti storico-artistici e i flussi turistici. I ragazzi fanno le guide e lo fanno in modo superlativo perché loro conoscono questo quartiere molto più di qualsiasi altro. “Senza cultura – conclude don Antonio – un popolo è morto”. Subito dopo è intervenuto Alex Giordano esperto di marketing su Internet si definisce scherzosamente un cyborg (uomo macchina sono stati definiti coloro che compiono viaggi nello spazio) e sottolinea però, subito, che “la macchina è macchina e l’uomo è l’uomo “Quando lo sguardo si affina i confini si confondono” parte con queste parole Giordano che si chiede se Napoli sia la capitale dell’innovazione. Il Rione Sanità è stato rimesso a nuovo e potrebbero fare molto di più, se ci fosse la collaborazione delle istituzioni (e fa l’esempio del neo nascente carpooling). Dopo la presentazione di alcune realtà emerse nel corso della sua esperienza, conclude che c’è bisogno della base, di un leader (nel caso del Rione Sanità don Loffredo) dell’aiuto delle istituzioni e della popolazione. C’è, insomma, bisogno di network per far emergere il sommerso positivo: se c’è una pratica che esiste ed è positiva bisogna farla emergere: “Napoli secondo me – ha concluso – è il posto ideale per sovvertire il fallimento del presente. A Napoli 1+1 può fare 3”.

Luca Dello Iacovo comincia il suo intervento sottolineando come “parte dal sommerso si rintraccia nei racconti di riscatto, delle storie delle singole persone (per es.: Pino Masciari, o Clemente Russo da cui è stato tratto il film “Tatanka”). Ci sono poi i racconti di riscatto collettivo: a partire dai cittadini iniziano a emergere delle mappe di trasformazioni del territorio (i rifiuti, gli incendi). Non c’è un pubblico passivo, ci sono cittadini che si organizzano per creare delle reti. Cambia la narrazione del territorio e i protagonisti sono i cittadini attivi, i social network e le mappe. Ushahidi è nato in Africa (Kenia) ed è un esempio molto bello che si è fatto conoscere in tutto il mondo ed è servito moltissimo ad Haiti dopo il terremoto e con la rete delle mappe ha fatto fronte alle emergenze del territorio.

Giovanni Allucci (ultimo degli intervenuti) ha presentato il Consorzio di sei Comuni (Provincia di Caserta: Casal di Principe, San Cipriano d’Aversa, Casapesenna, San Marcellino, Santa Maria La Fossa e Villa Literno) Agrorinasce di cui è amministratore delegato. Nato nel 1998, Agrorinasce, sui beni confiscati alla Camorra sta lavorando con grandi risultati nell’ambito del sociale. I Comuni del Consorzio erano caratterizzati da malavita, mancanza di senso dello Stato e grande dispersione scolastica. Agrorinasce lavora molto su quest’ultimo punto e sullo sviluppo e la promozione dell’impresa, sul recupero e la gestione dei beni confiscati alla Camorra (attualmente 57): Agrorinasce è un ente pubblico che comprende anche la partecipazione della Provincia di Caserta.

Fonte sito ufficiale Festiva dell’economia di Trento