Immaginate di collegarvi al vostro dispositivo e di iniziare un volo virtuale sulla collina di capodimonte.
Planando fra vicoli e palazzi, discendete lungo un’antica valle napoletana. Improvvisamente vi immergete in un sotterraneo straordinario, circondati da affreschi e mosaici che risalgono al tempo dei primi cristiani, state esplorando virtualmente le catacombe di Napoli.
Un progetto straordinario di democratizzazione della scienza che ci permetterà di avere un modello 3D delle Catacombe di San Gennaro e della collina di capodimonte. Un’iniziativa a favore della didattica, del piacere della scoperta e della disabilità.
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Dal 20 al 30 settembre un team internazionale ha realizzato il modello 3D delle Catacombe di S. Gennaro e dell’Osservatorio di Capodimonte.
Il progetto, svolto in collaborazione con la nostra cooperativa La Paranza Onlus e l’INAF-Osservatorio Astronomico di Capodimonte, è finalizzato alla scansione e documentazione dell’intero percorso delle catacombe e dell’Osservatorio ed alla creazione di un tour digitale virtuale. All’iniziativa coordinata da Global Digital Heritage (GDH), una ONG con sede negli Stati Uniti che ha finanziato il progetto, ha partecipato un team del Zamani project, che ha sede presso l’Università Sudafricana di Cape Town, in Sudafrica, e il Centro Interdipartimentale di Servizi di Archeologia dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. GDH ha investito oltre 100.000 euro nell’iniziativa che non ha avuto alcun costo né per le catacombe né per l’osservatorio. Si spera che questa sia la prima fase di un più ampio progetto che comprenda l’intera area di Capodimonte. A breve i dati e i risultati ottenuti saranno resi disponibili gratuitamente.
Le catacombe, attualmente visitabili, si sviluppano su due livelli – tagliati nel tufo – di poco meno di 100 metri di lunghezza per circa 6.000 metri quadri di estensione. Sui corridoi principali e sui numerosi passaggi laterali, scavati secondo una struttura a reticolato, sono presenti nicchie e centinaia di deposizioni ricavate nel banco di pietra vulcanica. Alcune nicchie, appartenenti alle famiglie più importanti, recano ricche decorazioni con raffigurazioni ad affresco oppure a mosaico.
L’area rilevata presenta numerose problematiche tecniche che derivano dalla naturale complessità dell’intervento, articolato su più livelli, e soprattutto dalla assenza di una diffusa luce solare per il carattere ipogeico delle sepolture. Il rilievo, eseguito da un team internazionale che comprende ricercatori provenienti da sei differenti paesi (USA, Italia, Sudafrica, Spagna, Germania, Repubblica di Mauritius) ha messo in campo una particolare tecnica di acquisizione per garantire velocità di ripresa, accuratezza delle geometrie e affidabilità delle restituzioni cromatiche. Per il rilievo delle catacombe sono stati utilizzati quattro laser scanner, mentre per la restituzione tridimensionale delle nicchie decorate si è fatto ricorso ad una tecnica fotogrammetrica (close-range photogrammetry) che consente di restituire repliche a grande risoluzione, particolarmente utili per l’analisi dei dati cromatici degli affreschi e dei mosaici. Al termine della fase di acquisizione, i dati ottenuti dalle differenti tecniche impiegate verranno elaborati e integrati in un’unica nuvola di punti che rappresenta la replica digitale completa dei due livelli delle catacombe. La pianta estratta dal modello 3D potrà essere adoperata dagli archeologi per una più corretta analisi degli spazi, mentre l’intera replica, navigabile virtualmente, sarà messa a disposizione della Fondazione di Comunità San Gennaro. Il lavoro di acquisizione sarà realizzato in dieci giorni.
Global Digital Heritage (GDH) è un’organizzazione privata di ricerca e istruzione senza fini di lucro dedicata alla documentazione, al monitoraggio e alla conservazione del patrimonio culturale e naturale globale. La visualizzazione digitale, la virtualizzazione 3D, l’informatica geo-spaziale sono adoperate per sviluppare soluzioni di accesso aperto che forniscono dati digitali e modelli 3D a governi, istituzioni regionali, musei, studiosi locali e pubblico. Un elemento chiave della missione del GDH è la democratizzazione della scienza: rendere i dati liberamente disponibili al mondo a sostegno del patrimonio culturale, della gestione del patrimonio, dell’educazione, dell’accesso del pubblico, della ricerca scientifica e per migliorare le discipline umanistiche digitali. (Responsabile prof. Herbert Maschner)
Lo Zamani Project è un’organizzazione senza scopo di lucro e mira ad acquisire informazioni spaziali su siti del patrimonio culturale tangibile in Africa e in altre parti del mondo. Basato su campagne sul campo e complesse elaborazioni interne, il team crea set di dati che fungono da record digitali permanenti per le generazioni future. I dati acquisiti sono attualmente utilizzati per la ricerca, la conservazione, il restauro e la gestione del sito. (Responsabile prof. Heinz Ruther)
Il Centro Interdipartimentale di Servizi di Archeologia (CISA) è una struttura dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. Fondato nel 1992, il CISA supporta le missioni archeologiche dell’Ateneo fornendo consulenze nel campo della cartografia archeologica computerizzata multimediale e nel rilievo digitale 3D con laser scanner o tecniche di fotogrammetria terrestre e/o aerea. (Responsabili Prof. Bruno Genito e dott. Andrea D’Andrea).