Il rione sanità ha un nuovo gioiello da mostrare al mondo, la Basilica di San Severo, che spettacolo!
Non solo una Basilica che riapre i suoi seicenteschi battenti nel cuore del rione Sanità: la chiesa di San Severo, intitolata all’antico vescovo napoletano di cui il quartiere conservava le spoglie. Non solo un’altra opera d’arte che viene installata, il busto di Totò firmato dai fratelli Scuotto, e vive insieme al verticale murales (quasi in technicolor) sulla proiezione della musica in onde e colori. Dietro la riapertura dell’edificio di culto e la facciata che stasera si illumina di led alle 19, in piazzetta San Severo – si dispiega un’altra storia di solidarietà e rinascita, che ha già fatto di quel tempio una sala d’incisione per giovani e la sede dell’orchestra Sanitansamble. E si riaccende un antico legame che rivivrà sui volti e nelle opere del presente.
È la “santa amicizia” tra Milano e Napoli, tra la cattedra di Sant’Ambrogio e un padre della missione alla Sanità. In breve: tra il patrono meneghino e il nostro vescovo San Severo. Anime rimaste sempre in contatto, un rapporto epistolare entrato nella storia teologica. “Stammi bene fratello, ed amami, come già fai. Perché io ti amo”, scriveva Ambrogio a Severo, nel quarto secolo, lodando “le vostre placide coste”, “i lidi ameni della Campania” dove “poter trovare quiete, lontano dalle bufere di questo mondo”.
«Qui abbiamo avuto sempre due potenti riferimenti in Ambrogio e Severo – spiega don Antonio Loffredo, il parroco promotore di un’opera di riqualificazione che ha l’epicentro nella Basilica di San Vincenzo – e questa reciprocità amorevole tra le chiese di Napoli e di Milano, insieme al grande cammino comune fatto insieme all’amico Ernesto Albanese con la onlus L’Altra Napoli, ha portato molti frutti». Il legame con Milano si rinnova nell’incontro di stasera, presenti il sindaco Luigi de Magistris e il cardinale Crescenzio Sepe, con un parterre d’eccellenza proveniente dal capoluogo lombardo: da monsignor Luca Bressan, in rappresentanza del cardinale Scola, all’economista Marco Vitale, dalle Fondazioni Riva e Vismara a Marco Magnifico del Fai; e ad Annalori Ambrosoli, la vedova dell’avvocato e liquidatore del Banco Ambrosiano ucciso nel 1979, tra le prime testimoni e fautrici della rinascita della Sanità.
«Con Ernesto, abbiamo ottenuto fiducia e sostegno da amici milanesi che sono stati i primi a credere che qui facevamo sul serio» sottolinea Loffredo. Relazioni intessute di stima e solidarietà, frammenti di una rete di “unità nazionale” che non cercava esposizioni mediatiche. Un’altra occasione di festa e fruizione culturale per il rione che sta contagiando – con i suoi tesori, e il recente calendario di eventi legati all’anniversario di Totò – un sempre più vasto flusso di turisti provenienti da tutta Italia e dall’estero. «La riqualificazione di piazzetta San Severo ha un contenuto simbolico molto importante per noi – ricorda Albanese qui abbiamo realizzato il Giardino degli Aranci e la casa per il doposcuola dei bambini. In questa chiesa è nato lo studio di registrazione musicale di Apogeo Records e ha sede la nostra orchestra giovanile Sanitansamble, che dal 2008 ha coinvolto cento ragazzi del Rione. Da 12 anni
L’Altra Napoli è impegnata con grandi soddisfazioni al fianco di questi giovani: crediamo che ora sia giunto il momento di guardare avanti e di replicare questa esperienza in altre zone della città». Sostegno anche dalla terza municipalità. «Vogliamo saturare il rione Sanità di occasioni di dialogo, scoperta e cultura », sottolinea il presidente Ivo Poggiani.
Fonte: La Repubblica Napoli – di Conchita Sannino